domenica 28 dicembre 2008

26 dicembre: IL POLPO

Sulla guida del National Geographic e' decantata una caratteristica fondamentale dei giapponesi, l'onesta'. E' mitica. Tu puoi lasciare un portafogli pieno di soldi su un tavolino e tornare il giorno dopo. Lo troverai li' che ti aspetta fiducioso. Adesso vi racconto l'avventura di oggi. Protagonista Giovanni, il quale a Tokyo, il giorno del nostro arrivo, ha comprato una splendida videocamera Sony SR12, con la quale ha ripreso i fatti salienti di questo viaggio, e realizzato anche molti clip di archivio per il suo lavoro. E adesso vi descrivo anche come stiamo viaggiando. Io ho una valigia, Giovanni anche. Io ho anche uno zainetto e uno scatolone, tutto contornato di nastro adesivo e tenuto insieme con spaghi che fanno tanto Napoli. Giovanni ha un borsello per soldi e documenti e la borsa nera della videocamera. La borsa nera della videocamera, pero', ce l'aveva a Kokura, e non ce l'aveva piu' sul treno per Osaka. Deve essere rimasta da qualche parte a Kokura. E il treno, il fantastico Shinkansen, si allonatana a 285 km/h da lei. Panico. Capotreno. Telefonate frenetiche. Niente da fare. Disperazione. La videocamera e' sparita o e' stata rubata con tutte le sue fantastiche clip. Il capotreno e' perentorio. "Nessuna videocamera esiste nella stazione di Kokura". Allora prendiamo una decisione coraggiosa. Alla prima fermata si torna indietro. La depressione si abbatte sulla coppia. Giovanni e' indeciso se sbattere la testa contro lo Shinkansen o buttarsi direttamente giu' nel momento di massima velocita'. Poi ha un flash. Il polpo. "L'ho lasciata vicino al polpo, nel banchetto dove abbiamo comprato il Bento", la scatola contenente riso e granchio che sarebbe stato il nostro pasto in treno. C'era un tavolino basso con un polpo di plastica al centro. Cosa si fa quando si trova un polpo di plastica su un tavolino? Il novanta per cento delle persone ci mette accanto la videocamera, naturalmente, e la lascia li'. Le videocamere, soprattutto le Sony SR 12, adorano essere abbandonate vicino a un polpo di plastica. Ci scateniamo in nuove telefonate. Niente. La videocamera e' veramente scomparsa. O e' scappata con il polpo, oppure si e' unita a qualche ladruncolo. Malediciamo la guida. Secondo la guida la videocamera doveva rimanere, almeno per un giorno, al suo posto, perche' nessun giapponese avrebbe avuto l'idea di rubarla. Il treno che ci riporta indietro e' pieno di questi ragionamenti, e quando arriviamo alla stazione di Kokura siamo tutti agitati. Andiamo di corsa dalla signora proprietaria del banchetto, dei Bento e del polpo. Giovanni vede il polpo e ha come un'illuminazione. "Era qui, ma il polpo e' stato spostato. Chi l'ha spostato?" si chiede immedesimandosi nel commissario Montalbano. Ma la signora del polpo vede Giovanni e gli fa un sorrisone. E' fatta. La videocamera esiste ancora e lotta insieme a noi. La signora continua a sorridere e a parlare. Dice cose che non comprendiamo, ma capiamo che la videocamera non e' scappata. Giovanni le parla in italiano. "Dov'e' la videocamera?". La signora indica il polpo. Sul polpo siamo tranquilli anche noi, ma la Sony? La signora indica un ufficio di fronte. Di corsa all'ufficio di fronte. La videocamera, il polpo, la custodia nera! Il signore dell'ufficio di fronte non capisce una mazza, naturalmente, ma poi si commuove e ci indica di seguirlo. Una passeggiata di dieci minuti nei meandri della stazione. Finiamo in uno sgabuzzino con su scritto "Lost and Found". E qui vorrei fare una digressione. Vorrei esaminare da un punto di vista semantico la differenza tra le abitudini di origine anglosassone, e quelle latine, per quanto riguarda il problema degli oggetti persi. Statemi a sentire. Qua la differenza e' tra gli ottimisti e gli efficientisti da una parte e i pessimisti e rinunciatari dall'altra. Tu perdi una cosa e vai all'ufficio Lost and Found. Persa e ritrovata. Ottimismo. Efficientismo. Hai perso un oggetto e, ovviamente, l'hai ritrovato. In Italia no. Non vai all'ufficio Lost and Found, vai all'ufficio Oggetti Smarriti. Smarriti e basta. Non ritrovati. E infatti non lo ritrovi. Dovrebbero chiamarlo "Smarriti e Ritrovati", altrimenti che vai a fare all'ufficio oggetti smarriti? A piangere? Noi, all'ufficio Lost and Found di Kokura, prefettura di Fukuoke, Giappone, la vediamo. La Sony SR 12 e' li', sullo scaffale che ci guarda da sotto un impermeabile e in mezzo a una dozzina di ombrelli. Giovanni sorride e la guarda, ricambiato, con amore. L'impiegato gli sottopone una serie di moduli da firmare. In giapponese. Chissa' che cosa c'e' scritto. Ma Giovanni oggi firmerebbe tutto. Riabbraccia la videocamera e se la lega addosso. Sembra un secolo ma sono passate solo due ore da quando era disperato. E la guida che abbiamo maledetto? Aveva ragione, ma anche torto. La Sony SR 12 e' rimasta sul tavolino ad aspettarci solo un'ora. Non le piaceva il polpo.

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