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mercoledì 10 dicembre 2008
PRIMO GIORNO, MILIARDI DI TRILIONI DI TERABYTE
Arriviamo all`aeroporto di Narita e scopro quello che non era poi tanto difficile immaginare anche da prima.E cioe` qui sono proprio tutti giapponesi. Giovanni sostiene che sto tirando fuori tutto il mio armamentario di luoghi comuni. Ma che ci posso fare io se qui sono tutti uguali? Anzi, se ci penso bene, non e` nemmeno vero. I giapponesi si dividono in due categorie: quelli che sono brutti e quelli che sono veramente molto brutti. Sul treno che ci porta da Narita a Tokio, mentre Giovanni mi confessa che si e` dimenticato l`indirizzo dell`albergo (poco male, qui non ci sono i nomi delle strade, che ci facciamo di un indirizzo?), io guardo fuori dai finestrini e scopro che il paesaggio e` quello tipico della Westfalia. Poi cambia un po` e sembra di stare a Napoli con tutti i panni stesi fuori. All'interno del treno faccio la conoscenza con gli autoctoni. E scopro che nessuno legge il giornale ma tutti leggono il telefonino. Non tutti. Molti dormono. Alcuni leggono i Manga. In volo, nelle veloci e riposanti 13 ore del viaggio, abbiamo letto, dormito, mangiato, combattuto col sistema audio dell'aereo dell'Alitalia, ammirato il monte Fuji,studiato la guida del Giappone. All`arrivo siamo stati subito adocchiati da una poliziotta che ci ha inviato un cane per l`ispezione. Il cane ci ha annusato e se ne e` andato schifato. Al controllo di polizia ci hanno fotografato e preso le impronte digitali. Poi, subito dopo, altro cane, al quale il primo aveva fatto una spiata. Diciamolo, ci trattano come Maroni vorrebbe trattare i bambini Rom. Sul treno, i miei commenti banali vengono accolti con sufficienza da Giovanni il quale mi confessa che gli sembra di stare a casa. "Io sono stato allevato a pane e cartoni animati giapponesi. Vedi quelle ragazzotte la`? Io le ho sempre viste". Le ragazzotte sono delle giovani fanciulle vestite in divisa blu della scuola. "Solo", dice Giovanni, "che nei cartoni erano alte, slanciate e con occhi a palla. Quelle sono traccagnotte, brutte e con le gambe storte. A Tokio, voi sicuramente lo sapete, guidano a sinistra convinti di essere in Scozia. Noi pedoni italiani ignari,rischiamo la vita ad ogni attraversamento di strada. Ma anche sui marciapiedi non tira aria buona perche` il marciapiede e' il regno delle biciclette sfreccianti. Andiamo subito a mangiare. In un Kaiten Sushi, un posto dove ovviamente non fanno i rigatoni alla carbonara (indovinate che cosa fanno?) e dove i piattini col sushi ti passano davanti sul bancone trainati da un tapis roulant. Se fai in tempo ad acchiapparli quando ti passano davanti te li mangi. Primo pranzo, quindi, sushi. Lo digeriro` solo in tarda serata. In compenso paghiamo la folle cifra di 9 euri in due. Il pomeriggio lo passiamo nel quartiere tecnologico, tra pennette di un terabyte e un bilione di miliardi di cellulari. Poi, prima di cena, bagno rilassante nell'onsen dell'albergo, cena tipica giapponese e quindi a letto nei nostri fouton.
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6 commenti:
Il post è illeggibile, con che charset l'hai scritto?
Forse stava scrivendo da un pc in un internet point o comunque con un charset orientale.
Rimango in attesa di altri sfiziosi dettagli sul viaggio.
e` abbastanza ovvio che essendo a Tokio abbia scritto con un charset orientale, qualsiasi cosa sia un charset. Avete qualche cosnsiglio da darmi?
Non avrei saputo aiutare, ma vedo che il post è stato corretto, meglio così :-)
Purtroppo non saprei come aiutarti se non dicendoti di scrivere tutto senza usare formattazioni (no HTML).
Ovviamente questo vale per l'utilizzo di piattaforme via web di blog o email.
Per il computer locale lì c'è da vedere di persona ma per le traduzioni on-line usa google inserendo il sito da tradurre.
A leggere questo resoconto non vedo l'ora di partire per il Giappone.
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