domenica 14 dicembre 2008

QUARTO GIORNO, A ZONZO PER TOKYO

A Tokyo e` come se avessero dato mano libera a una dozzina di architetti pazzi. C`e` un grande edificio a forma di uovo, c`e` la tour Eiffel, ci sono grattacieli di tutti i tipi, di tutti i colori, di tutte le forme. Alcuni rastremati come le colonne doriche, altri vuoti al centro, uno di una forma che non so descrivervi, vagamente fallica, avvolto in una struttura metallica che ricorda una rete. Ci sono persino le torri gemelle, dove lavorano quelli del governo, meta` in una, meta` nell'altra. Ci andiamo oggi e saliamo in cima a quella Nord. Lo spettacolo al quarantacinquesimo piano e` di quelli stupendi ma Tokyo e` talmente grande che lo sguardo non arriva a distinguere i particolari all'orizzonte. Con Giovanni cerchiamo di individuare i contorni della sua grandezza. Ha 12 milioni di abitanti. Otto volte Milano. Qui Milano potrebbe essere al massimo un quartiere. Faccio un esempio: il quartiere di Shinjuku e` enorme: per attraversarlo tutto ci vogliono quattro fermate di metropolitana. E` un quartiere nuovo, pieno di grattacieli, ma anche di case normali. E` considerato il nuovo centro, anche se e` in periferia, si fa per dire. Al quarantacinquesimo piano scopriamo anche un ristorante elegante. Italiano. Sabatini. Per il periodo natalizio sono previste cene a menu` fisso: apritivo (scritto proprio cosi`), caprese, prosciutto e melone, crespelle alla fiorentina, filetto di bue alla piemontese, dolce e caffe`. 68000 yen, 50 euro, nemmeno tanto. Di fronte alla sede del governo andiamo a vedere il pendolone. In un grattacielo vuoto dentro e` stato realizzato un orologio di proporzioni enormi che funziona con un doppio pendolo mosso dall'acqua di una fontanella. Un pendolone da 25 metri, meno male che non c`e` il cucu`. A proposito di cucu`, sono cinque giorni che viviamo senza il premier del cucu` e vi assicuro che non si sta male. Nei giornali di Tokyo il Cav. e` ignorato. Di italiano abbiamo letto solo notizie sulla Scala e un articolo sul Bellini. Dopo il governo e il cucu` andiamo a vedere il mare. Ci serviamo di quello che avevamo creduto fosse un trenino per bambini senza conducente. Invece e` una vera e propria linea metropolitana sopraelevata, su ruote di gomma, che attraversa zigzagando tutta la baia di Tokyo, superando zone di mare e zone strappate alla baia per essere trasformate in nuovi quartieri con costruzioni molto grandi e anche normalissime case. Al capolinea decidiamo di andare ad Asakusa, un vecchio quartiere rimasto un po` come una volta, senza grattacieli ma un po` troppo folcloristico. Fuori del tempio Senso-ji, dedicato alla dea Kannon (ci sara` un tempio dedicato anche alla dea Nikon?) uno strano cerimoniale: i ragazzi si fermano, mettono cento yen in un`apposita feritoia, poi si impadroniscono di uno scatolone di metallo e cominciano a scuoterlo. Da una piccola fessura fuoriesce uno stecchetto. Sullo stecchetto ci sono incisi dei numeri giapponesi. Il numero corrisponde a un cassettino, aperto il quale ci si impadronisce di un foglietto con un vaticinio. Sostanzialmente la previsione del futuro. Una quantita` di ragazzi versa l`obolo. I preti sono uguali dovunque. In cinque minuti avro` visto versare nella fessura una trentina di monete. Diciamo 30 euro. Quante monete avranno rimediato alla fine della giornata sfruttando la credulita` della gente, e anche la mia? Il futuro mio e` roseo. Sappiatelo. Quello di Giovanni ancora piu` roseo. Ceniamo ad Asakusa in un ristorantino che ci offre spiedini vari. Poi solito finale. Massaggio al collo e alle spalle, onsen, sauna ed e` subito futon.

P.S. E` nata una diatriba tra me e Giovanni. Lui e` convinto di saper usare bene le bacchette e che io invece non sappia usarle. Io sono convinto del contrario. Per me lui le impugna come un contadino della val Brembana. Io invece le uso con l`eleganza di una geisha. Ma e` vera una cosa: all`arrivo ero bravissimo. Con l`avanzare dei giorni peggioro. I pezzetti mi cascano tutti e con il riso ci lastrico la tavola. Sulle bacchette ho avuto anche una delusione grossissima: in un negozio ho scoperto un gioco per insegnare il loro uso ai bambini. Ed io che pensavo che fosse un`abilita` innata! Come per i passerotti volare. Poi ci sarebbe anche la storia di Aseimase`, ma di quella parleremo domani.

2 commenti:

joe ha detto...

Leggo con estremo piacere le vostre esperienze giapponesi avendoriscontrate simili alle vostre durante la mia visita di 10 giorni in Giappone in febbraio 2007. Saluti, Giuseppe D,angelo. Sydney 15-12-2008.

Isabella Guarini ha detto...

IL bello della rete: architettura in tempo reale. In altri tempi per saper delle architetture nel mondo bisognava fare veri e propri pellegrinaggi. Da studente ho fatto pellegrinaggi architettonici, grazie al sacrificio economico di miei genitori, mentre i miei fratelli dicevano che me ne andavo a divertire. Invece i viaggi mi servivano per fare gli esami. Tempi che furono. Ora CSF e Giovanni ci trasmettono le loro impressioni sui grattacieli e in contempopranea posso vederli tramite Google Earth. Per me è qualcosa di traordinario, per cui penso che tali mezzi potrebbero davvero aiutarci a migliorare il mondo. Ma vengo alla questione dei tre "skycraper storti",ss, dell'Expo 2015 di Milano. Mi chiedo perché mai la nostra Milano debba essere sosia di un quartiere di Tokio. Di recente Arata Isozaki ha detto in una interbvista che l'architettura deve necessariamente ritornare a Brunelleschi, perché i giovani progettano solo sculture inabitabili e irrealizzabili. Però salva il suo grattacielo di Milano, in uno con quello di Zaha Hadid e Daniel Libenskid. Quando si tratta del proprio interesse, tutto il mondo è paese!
Per le Tre Torri di Milano si può visitare il sito:
http://milano.repubblica.it/multimedia/home/1707715